Seguendo i Pellegrini
L’itinerario si svolge tutto in Lomellina. Partiamo da Vigevano: L'abitato sorse in una posizione strategica ai margini della valle del Ticino, nei pressi di un importante guado sul fiume. Durante il periodo visconteo-sforzesco Vigevano raggiunse il suo periodo di massimo splendore, divenendo residenza ducale e centro commerciale di notevole importanza per la lavorazione dei panni di lana e di lino. Nel 1866 sorse a Vigevano il primo calzaturificio italiano (Luigi Bocca); in circa 40 anni i laboratori diventarono 36 e quasi 10.000 le persone occupate nel settore (molte delle quali lavoranti a domicilio); nel 1937 si contavano 873 aziende con 13.000 dipendenti fino a arrivare a 900 aziende con quasi 20.000 addetti nel 1965. Lasciamo Vigevano e ci portiamo a Mortara inizialmente appartenente alla contea di Lomello. Nel 1164 Federico I la sottopose al dominio di Pavia. Passò in seguito sotto il dominio milanese, prima dei Visconti e poi degli Sforza e divenne luogo di caccia e di svago per la corte ducale. Usciamo da Mortara e ci portiamo nella città di Robbio, dove tracce del neolitico e il ritrovamento di asce risalenti all’età del bronzo, testimoniano la presenza dell'uomo già in epoca preistorica. Proseguendo sul nostro itinerario incontriamo Candia che diede i Natali, nel 1339 al cardinale Pietro Filargo da Candia. Da Candia in breve tempo raggiungiamo Breme, sede di un antico monastero che acquisì grande importanza nel 929, quando vi si trasferirono i monaci dell'Abbazia della Novalesa, distrutta dai Saraceni nel 906. Dopo una visita all’apparato monumentale di Breme passiamo da Sartirana per una rapida visita al castello e raggiungiamo Mede che in epoca romana fu un importante centro economico. La sosta sarà un pochino più lunga anche per una visita all’antica riseria Masinari. Da Mede ci spostiamo a Lomello, l’antica Laumellum, un importante insediamento romano; gli antichi eruditi attribuivano Lomello ai Levi, fondatori di Pavia. In epoca romana fu un centro importante in quanto luogo di sosta e non solo di cambio cavalli, lungo la strada che da Piacenza, portava a Torino ed ai passi alpini. Da Lomello percorriamo la strada di ritorno verso Vigevano e prevediamo una visita al Castello di Scaldasole ed all’Esposizione permanente dell’Energia a Sannazzaro dè Burgondi. Lungo il percorso incontriamo Dorno, posto a metà strada tra Pavia e Lomello sull’itinerario romano che da Piacenza portava a Torino ed i Passi Alpini. Dorno era una mutatio, cioè un punto di cambio dei cavalli. Ultima tappa, Gambolò, dove le prime testimonianze della presenza umana risalgono al Mesolitico recente (5500-4500 a.C.) e sono state individuate lungo la sponda destra del Terdoppio, Nell'età del Bronzo medio e tardo (2000-1900 a.C.), un significativo villaggio si sviluppa sempre sui dossi del Terdoppio. Opportuna la visita al museo archeologico Lomellino. Tempo necessario: 2 giorni con spostamenti in automobile.
L’itinerario si svolge tutto in Lomellina. Partiamo da Vigevano: L'abitato sorse in una posizione strategica ai margini della valle del Ticino, nei pressi di un importante guado sul fiume. Durante il periodo visconteo-sforzesco Vigevano raggiunse il suo periodo di massimo splendore, divenendo residenza ducale e centro commerciale di notevole importanza per la lavorazione dei panni di lana e di lino. Nel 1866 sorse a Vigevano il primo calzaturificio italiano (Luigi Bocca); in circa 40 anni i laboratori diventarono 36 e quasi 10.000 le persone occupate nel settore (molte delle quali lavoranti a domicilio); nel 1937 si contavano 873 aziende con 13.000 dipendenti fino a arrivare a 900 aziende con quasi 20.000 addetti nel 1965. Lasciamo Vigevano e ci portiamo a Mortara inizialmente appartenente alla contea di Lomello. Nel 1164 Federico I la sottopose al dominio di Pavia. Passò in seguito sotto il dominio milanese, prima dei Visconti e poi degli Sforza e divenne luogo di caccia e di svago per la corte ducale. Usciamo da Mortara e ci portiamo nella città di Robbio, dove tracce del neolitico e il ritrovamento di asce risalenti all’età del bronzo, testimoniano la presenza dell'uomo già in epoca preistorica. Proseguendo sul nostro itinerario incontriamo Candia che diede i Natali, nel 1339 al cardinale Pietro Filargo da Candia. Da Candia in breve tempo raggiungiamo Breme, sede di un antico monastero che acquisì grande importanza nel 929, quando vi si trasferirono i monaci dell'Abbazia della Novalesa, distrutta dai Saraceni nel 906. Dopo una visita all’apparato monumentale di Breme passiamo da Sartirana per una rapida visita al castello e raggiungiamo Mede che in epoca romana fu un importante centro economico. La sosta sarà un pochino più lunga anche per una visita all’antica riseria Masinari. Da Mede ci spostiamo a Lomello, l’antica Laumellum, un importante insediamento romano; gli antichi eruditi attribuivano Lomello ai Levi, fondatori di Pavia. In epoca romana fu un centro importante in quanto luogo di sosta e non solo di cambio cavalli, lungo la strada che da Piacenza, portava a Torino ed ai passi alpini. Da Lomello percorriamo la strada di ritorno verso Vigevano e prevediamo una visita al Castello di Scaldasole ed all’Esposizione permanente dell’Energia a Sannazzaro dè Burgondi. Lungo il percorso incontriamo Dorno, posto a metà strada tra Pavia e Lomello sull’itinerario romano che da Piacenza portava a Torino ed i Passi Alpini. Dorno era una mutatio, cioè un punto di cambio dei cavalli. Ultima tappa, Gambolò, dove le prime testimonianze della presenza umana risalgono al Mesolitico recente (5500-4500 a.C.) e sono state individuate lungo la sponda destra del Terdoppio, Nell'età del Bronzo medio e tardo (2000-1900 a.C.), un significativo villaggio si sviluppa sempre sui dossi del Terdoppio. Opportuna la visita al museo archeologico Lomellino. Tempo necessario: 2 giorni con spostamenti in automobile.