Il Giro della Provincia
Partiamo da Pavia: questa città, oggi capoluogo di una fertile Provincia dedita alla coltivazione del riso ed alla produzione dei famosi vini dell’Oltrepò Pavese, fu capitale del regno longobardo. Dal Medioevo Pavia è sede di una delle più antiche università italiane. Terminata la nostra visita ci dirigiamo verso Bereguardo il cui abitato si sviluppò attorno al castello costruito dai Visconti di Milano all'inizio del XIV secolo per il controllo di un passo del Ticino, e diventato ben presto luogo di svaghi e cacce per i duchi di Milano. No ci resta che proseguire verso Vigevano: L'abitato sorse in una posizione strategica ai margini della valle del Ticino, nei pressi di un importante guado sul fiume. Durante il periodo visconteo-sforzesco Vigevano raggiunse il suo periodo di massimo splendore. Completata la visita di Vigevano possiamo spostarci a Mortara, inizialmente appartenente alla contea di Lomello. Nel 1164 Federico I la sottopose al dominio di Pavia. Passò in seguito sotto il dominio milanese, prima dei Visconti e poi degli Sforza e divenne luogo di caccia e di svago per la corte ducale. proseguiamo il nostro percorso ma non dimentichiamo di fermarci a Lomello , attribuito ai Levi, fondatori di Pavia. In epoca romana fu un centro importante in quanto luogo di sosta e non solo di cambio cavalli, lungo la strada che da Piacenza, portava a Torino ed ai passi alpini. Ci prepariamo a lasciare la Lomellina per l'Oltrepò Pavese dirigendoci a Voghera i cui primi insediamenti risalgono al Neolitico dovuti, probabilmente, al clima mite e alla presenza di corsi d'acqua. L'antica Voghera viene riconosciuta nella romana Iria, erede di un precedente villaggio abitato da popolazioni iberiche, celtiche e da Liguri Iriati. Ed ora cominciamo a salire di qualche metro puntando la prua a Rivanazzano Terme. Le sue origini risalgono al 1006. Dal XII secolo si ha notizia di un centro detto Ripa (presso il torrente Staffora) che cresce insieme a Nazzano situato su un colle sull'opposta riva della Staffora, e il cui castello era il guardiano della valle. A Rivanazzano troviamo un centro termale. Ma facciamo sicuramente una tappa a Salice Terme (Frazione di Godiasco Salice Terme): Inizialmente la località termale veniva indicata con il nome di "locum salis", poi diventato Sales, ad indicare la presenza di una fonte da cui sgorga acqua termale salsobromoiodica. Proseguiamo il nostro percorso ed arriviamo a Varzi, centro della Valle Staffora di probabile origine ligure noto dal 993, quando era possesso dell'abbazia di San Colombano di Bobbio. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica guida le danze e anima le feste. da Varzi cominciamo a risalire la china delle montagne oltrepadane attraversando Santa Margherita di Staffora, Brallo di Pregola, Menconico, tutti territori abitati nella preistoria e poi passati nei possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614. per ridiscendere a valle, dal Passo penice deviamo verso Zavattarello, antichissimo feudo dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio ed il cui toponimo deriva dall’attività prevalente nel borgo nel corso dei secoli: quella del ciabattino. Infatti il volgare savattarellum indica il luogo dove si confezionano le ciabatte. Dopo alcuni chilometri siamo ai piedi delle colline, a Broni, dove si trovava probabilmente la località citata in due itinerari dell’antichità romana come Comillomagus, o Cameliomagus. proseguendo verso Piacenza incontriamo Stradella, per molti decenni uno dei principali centri di produzione della fisarmonica al mondo. Una delle prime fisarmoniche fu prodotta nel 1876 da Mariano Dallapè. Superata Stradella deviamo verso Chignolo Po il cui nome deriva dal latino Cuncolus ad Padum, dovuto alla particolare conformazione di questo borgo. Esso si snoda, infatti, su una striscia di terra rialzata tra i fiumi Lambro e Po e cominciamo il nostro ritorno a Pavia transitando da Belgioioso, il cui sviluppo è tutto legato al castello di caccia che fu chiamato appunto Zoiosus (gioioso) e poi Belzoiosus. Ma non torniamo subito a Pavia: puntiamo prima verso Certosa di Pavia dove... ma questo scopritelo voi.
Partiamo da Pavia: questa città, oggi capoluogo di una fertile Provincia dedita alla coltivazione del riso ed alla produzione dei famosi vini dell’Oltrepò Pavese, fu capitale del regno longobardo. Dal Medioevo Pavia è sede di una delle più antiche università italiane. Terminata la nostra visita ci dirigiamo verso Bereguardo il cui abitato si sviluppò attorno al castello costruito dai Visconti di Milano all'inizio del XIV secolo per il controllo di un passo del Ticino, e diventato ben presto luogo di svaghi e cacce per i duchi di Milano. No ci resta che proseguire verso Vigevano: L'abitato sorse in una posizione strategica ai margini della valle del Ticino, nei pressi di un importante guado sul fiume. Durante il periodo visconteo-sforzesco Vigevano raggiunse il suo periodo di massimo splendore. Completata la visita di Vigevano possiamo spostarci a Mortara, inizialmente appartenente alla contea di Lomello. Nel 1164 Federico I la sottopose al dominio di Pavia. Passò in seguito sotto il dominio milanese, prima dei Visconti e poi degli Sforza e divenne luogo di caccia e di svago per la corte ducale. proseguiamo il nostro percorso ma non dimentichiamo di fermarci a Lomello , attribuito ai Levi, fondatori di Pavia. In epoca romana fu un centro importante in quanto luogo di sosta e non solo di cambio cavalli, lungo la strada che da Piacenza, portava a Torino ed ai passi alpini. Ci prepariamo a lasciare la Lomellina per l'Oltrepò Pavese dirigendoci a Voghera i cui primi insediamenti risalgono al Neolitico dovuti, probabilmente, al clima mite e alla presenza di corsi d'acqua. L'antica Voghera viene riconosciuta nella romana Iria, erede di un precedente villaggio abitato da popolazioni iberiche, celtiche e da Liguri Iriati. Ed ora cominciamo a salire di qualche metro puntando la prua a Rivanazzano Terme. Le sue origini risalgono al 1006. Dal XII secolo si ha notizia di un centro detto Ripa (presso il torrente Staffora) che cresce insieme a Nazzano situato su un colle sull'opposta riva della Staffora, e il cui castello era il guardiano della valle. A Rivanazzano troviamo un centro termale. Ma facciamo sicuramente una tappa a Salice Terme (Frazione di Godiasco Salice Terme): Inizialmente la località termale veniva indicata con il nome di "locum salis", poi diventato Sales, ad indicare la presenza di una fonte da cui sgorga acqua termale salsobromoiodica. Proseguiamo il nostro percorso ed arriviamo a Varzi, centro della Valle Staffora di probabile origine ligure noto dal 993, quando era possesso dell'abbazia di San Colombano di Bobbio. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica guida le danze e anima le feste. da Varzi cominciamo a risalire la china delle montagne oltrepadane attraversando Santa Margherita di Staffora, Brallo di Pregola, Menconico, tutti territori abitati nella preistoria e poi passati nei possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614. per ridiscendere a valle, dal Passo penice deviamo verso Zavattarello, antichissimo feudo dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio ed il cui toponimo deriva dall’attività prevalente nel borgo nel corso dei secoli: quella del ciabattino. Infatti il volgare savattarellum indica il luogo dove si confezionano le ciabatte. Dopo alcuni chilometri siamo ai piedi delle colline, a Broni, dove si trovava probabilmente la località citata in due itinerari dell’antichità romana come Comillomagus, o Cameliomagus. proseguendo verso Piacenza incontriamo Stradella, per molti decenni uno dei principali centri di produzione della fisarmonica al mondo. Una delle prime fisarmoniche fu prodotta nel 1876 da Mariano Dallapè. Superata Stradella deviamo verso Chignolo Po il cui nome deriva dal latino Cuncolus ad Padum, dovuto alla particolare conformazione di questo borgo. Esso si snoda, infatti, su una striscia di terra rialzata tra i fiumi Lambro e Po e cominciamo il nostro ritorno a Pavia transitando da Belgioioso, il cui sviluppo è tutto legato al castello di caccia che fu chiamato appunto Zoiosus (gioioso) e poi Belzoiosus. Ma non torniamo subito a Pavia: puntiamo prima verso Certosa di Pavia dove... ma questo scopritelo voi.